lunedì 12 ottobre 2015

NON SPARATE SUL LUNEDI', PER FAVORE

Buongiorno e buon inizio settimana a tutti quanti.
Lo so che il lunedì è un giorno critico, per usare un eufemismo, per la maggior parte di coloro i quali hanno un lavoro e ricominciano la loro attività dopo la pausa domenicale.
Istintivamente, al suono della sveglia, siamo sempre tentati di prendere un bastone per farla smettere di romperci i timpani: ma soprattutto, non gli perdoniamo il fatto di ricordarci che dobbiamo fare i conti con il nostro dovere. La vita ci chiama e dobbiamo rispondere.
Piano piano riprendiamo il controllo del nostro corpo, sfidando la forza di gravità (ma anche quella di volontà) iniziamo a guardarci intorno rassegnati perchè il mondo ci sta aspettando impazientemente.
Eppure il malumore persiste, e si continua a maledire tutto l' universo perchè la settimana non è stata creata mettendo assieme 2 sabati e cinque domeniche. Sembrerebbe una condanna a morte o , peggio  ancora, una sorta di ergastolo con annessa la pena accessoria dei lavori forzati a vita.
A dispetto di tutto e di tutti, vi voglio dire che non è così.
Quando facevo il pendolare ed ero impiegato nell' ufficio tecnico del comune di Empoli (FI), dovevo alzarmi tutte le mattine alle 4:00 per prepararmi ed essere pronto a balzare sul treno regionale che partiva dalla stazione ferroviaria di Carrara-Avenza alle 5:13 in punto.
Era una levataccia, inutile negarlo, ma era terribilmente bello per me sentirmi vivo e pronto ad attivare ogni cellula del mio corpo, in funzione del nuovo giorno che stava sorgendo.
Accendere la macchinetta del caffè cercando di fare meno rumore possibile, vestirsi in soggiorno e lavarsi senza creare pandemonio erano la costante di quei momenti. Un' occhiata furtiva alla posta elettronica che mi inviavano i miei amici oltreoceano - coi loro fusi orari diversi per via della loro posizione geografica sul nostro pianeta diametralmente opposta rispetto alla mia - mi aiutava a riaccendere più o meno completamente la mia rete neurale.
Poi, alle 4:50 circa, svegliavo mia moglie per accompagnarmi alla stazione (poveraccia, un sacrificio che le avrei evitato volentieri, ma la macchina le sarebbe servita nel corso della giornata e quotidianamente preferiva darmi uno strappo veloce per poi tornarsene a letto per un' oretta) e poi balzavo sul vecchio, sporco, logoro regionale che mi avrebbe accompagnato al lavoro.
Credetemi, non c' è stato un solo giorno i cui io non abbia benedetto quella fatica, quella sensazione di torpore dovuto al sonno per la levataccia era in breve compensata dall' adrenalina (l' emozione di una nuova avventura quotidiana) e dalla sensazione impagabile di serenità che era dovuta alla sicurezza di ... portare uno stipendio a casa alla fine del mese.
E, sebbene il contratto fosse precario (si trattava di una sostituzione per una collega geometra che in quel periodo era in maternità), è stato sicuramente l' intervallo di tempo più bello di tutta la mia vita, e non solo dal punto di vista professionale.
Lavorare in un ambiente stimolante e con colleghi straordinari che mi hanno fatto sentire a mio agio fin dal primo giorno era una di quelle soluzioni naturali che facevano svanire via ogni traccia residua di sonno.
Ecco, come dicevo, ogni giorno benedicevo quella routine impegnativa, perchè conoscevo il significato dell' orrore della disoccupazione, il periodo favorevole delle vacche grasse mi permetteva di mettere del fieno in cascina e potevo solo ringraziare il cielo di quelle condizioni favorevoli.
Anche perchè intanto era già scoppiata la crisi, la gente restava disoccupata a decine, centinaia, con posti di lavoro che sparivano per sempre per l' incapacità e per la corruzione dei politici.
Niente da fare, io stesso ricordo che il famigerato "patto di stabilità" impediva agli enti locali di prolungare il contratto ulteriormente e... in sostanza non avevano i soldi per farlo.
Lasciamo perdere tutti i pensieri negativi e malinconici che mi facevano venir voglia di buttarmi sotto al treno, e che ho evitato solamente per evitare di traumatizzare le mie figlie (e per evitare ritardi ferroviari ai passeggeri e pendolari su quella linea), ma il dramma non ha avuto più fine.
Perchè il demone della depressione rinasce e diventa più forte.
Cerchi lavoro ma non lo trovi, speri che cambino le condizioni, lo scenario del campo di battaglia siano sempre più propizie per combattere la tua guerra... Ma invece scoppia la tempesta, il campo diventa pesante e, sotto la pioggia battente, la terra sotto ai tuoi piedi diventa sempre più incoerente fino a trasformarsi in fango e poi in sabbie mobili, che ti inghiottono piano piano, inesorabilmente.
Man mano che passa il tempo e non riesci a ricollocarti, inevitabilmente perdi anche la speranza e la fiducia in te stesso.
Senza esagerazioni, finisci in un vortice nero di disperazione dove nemmeno gocce, pillole o altri antidepressivi riescono a riattivare chimicamente quel sistema virtuoso di energie bloccate, disperse, dissipate.
Ti senti nudo, stuprato dalla vita e dal suo cinismo. 
Guardi il mondo attorno a te ed analizzi anche le sfumature.
Vai in giro a cercare qualsiasi tipo di lavoro, invii curriculum a centinaia oppure ti presenti faccia a faccia nei locali, chiedi ai tuoi contatti di informarti nel caso sentano di qualsiasi tipo di impiego e lavoro, compreso andare a raccogliere i pomodori nei campi.

Ma niente. "C' è la crisi". "Prendiamo solo apprendisti". "No, grazie". "Al massimo 29 anni". Oppure "hai il brevetto tal dei tali?" o "possiedi la patente per portare il muletto?" se vuoi fare il magazziniere. Se vuoi provare a fare il cameriere, ti rispondono che loro prendono solo "gente che ha fatto le scuole alberghiere, o personale comunque qualificato" oppure "esperienza pluriennale" "conoscenza lingue", etc. Pure per lavare i piatti ti chiedono "esperienza" (!!!!!!!!)
Ma vaffanculo!!!!!!!!! Essere positivi ???? Provare per credere, come diceva quello spot di qualche tempo fa.
Puoi avere fatto mille corsi professionali e collezionato compulsivamente attestati, qualifiche e robe del genere, ma non serviranno ad una beata minchia.
Lasciando da parte il diploma di geometra, che già avevo e mi ero conquistato ai tempi delle superiori, ho ottenuto anche almeno tre attestati ufficiali rilasciati dalla Regione Toscana (mediante il vecchio Fondo Sociale Europeo) e sono quello di programmatore, operatore a livello avanzato di autocad e operatore di photoshop. Tutta roba che teoricamente sembrava funzionale a potenziarsi e riqualificarsi ulteriormente in ambito lavorativo. Peccato che invece, in realtà, non siano serviti proprio a nulla. Niente di niente.
Prova ad andare ai mercatini ortofrutticoli oppure dove scaricano il pesce, e ti risponderanno che "no grazie" "non abbiamo bisogno" "non c' è lavoro", "non serve","a giorni chiudiamo anche noi" e così via". Ma che schifo è diventato questo cazzo di mondo?
Torni a casa e provi a rinviare curriculum, spulci le pagine gialle on-line guardando con attenzione a tutte le categorie e per nutrire qualche piccola speranza ancora. Ma nella sostanza, i risultati sono ancora zero. E intanto ti devi sbrigare. Hai bisogno di un lavoro, una casa e motivi per vivere (oltre alle tue splendide figliole che ancora hanno bisogno di te, povero padre inetto).
Ti possono illudere, ma rimane una speranza effimera se non hai qualcuno che, per semplice conoscenza, ti procura concretamente un posto di lavoro.
Vai e ti iscrivi in decine e decine di portali in rete dedicati (teoricamente alla ricerca di lavoro) con la disperazione dell' assetato disperso tra le dune del deserto sahariano, ti iscrivi perdendo tempo in cervellotici form che si bloccano e poi ripartono facendoti perdere tempo senza offrirti in cambio niente, se non chiacchiere e pubblicità da parte dei loro sponsor.
E ti deprimi, la frustrazione uccide per reazione anche la tua forza di volontà: chiunque può intuire facilmente il nesso di causa ed effetto.
Ti lasci andare. Ti fai crescere la barba non per vezzo estetico o per capriccio, ma solo perchè richiede meno attenzioni e cure di una rasatura normale e completa del viso.
Per lo stesso principio inizi a non fare caso nemmeno a come ti vesti, perchè tanto va tutto male ed il gioco non vale la candela.
La sensazione adesso è quella di essere in alto mare, dove non si tocca, con l' angosci di chi non sa nuotare e si affanna a cercare di resistere a galla.
Quindi, vi prego, non maledite il lunedì.
Baciate le mani che vi dànno lavoro, benedite anche i rimproveri burberi dei vostri datori (anche quando non ve li meritate e vorreste legittimamente mandarli affanculo) se in cambio vi offrono la possibilità di lavorare. Il lavoro è libertà. Quella di scegliere, anche di poco, come muoversi e cosa fare. E' dignità, perchè chi lavora è un eroe, qualsiasi lavoro faccia.
Buon lunedì a tutti.








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